Il linguaggio dei gatti

Lo scrittore Theodor Hoffman, autore de “Il gatto Murr”, diceva che il gatto “ha il dono mirabile di esprimere con l’unica parolina miao gioia, dolore, delizia, rapimento, paura, disperazione insomma tutte le sensazioni e le passioni”. Ma i mici sanno fare molto di più. Per comunicare utilizzano un loro linguaggio fatto di suoni, gesti corporali, atteggiamenti che esprimono sentimenti, umori, richieste. Come un ballerino, in cui ogni movimento, ogni posizione del corpo comunica qualcosa, così nel gatto, la forma della coda, il suono della voce, gli atteggiamenti del corpo, hanno dei significati precisi.
Esiste, quindi, un vero e proprio linguaggio felino che, come tutti i linguaggi va compreso e decifrato nel nostro. Eccovi una piccola guida.
Il linguaggio della coda.


- “Sono felice”: la coda dritta a candela, che forma in pratica un angolo retto con il corpo, esprime felicità.
- “Che c’è d’interessante da guardare?”: la coda dritta con la punta leggermente curva, a disegnare una forma molto simile a quella di un punto interrogativo, è un segno d’interesse e di curiosità.
- “Attento, adesso mi arrabbio e ti picchio!”: la coda che si agita esprime rabbia e fastidio, e più si muove e maggiori sono le possibilità di prenderci una bella zampata!
- “Fuori dal mio territorio!”: la coda incurvata con i peli dritti è un segnale di rabbia o di paura di fronte ad un avversario.
- “Ho paura”: la coda bassa a pelo ritto, con il gatto rannicchiato, esprime la sua paura.
Il linguaggio del corpo.
- “Dunque, vediamo un po’: questa sedia e questo tavolo sono miei, e….anche questo signore con i mocassini ed i pantaloni di velluto è mio!!”. Sì certamente è così! Anche se spesso ci definiamo i padroni dei ns. mici in realtà, siamo noi a rientrare nei suoi possedimenti, come d’altronde anche la casa (sì lo so voi pagata l’affitto ma per lui questo è un dettaglio di poco conto!). Così, quando si strofina il corpo o la testa contro un oggetto o contro di voi in realtà sta marcando il territorio lasciando un marchio di proprietà.
- “Aiuto!”: le orecchie appiattite all’indietro esprimono terrore e paura.
- “Sono talmente al si curo con te che elimino ogni mia difesa”: il gatto che rotolandosi sulla schiena mostra l’addome è un micio totalmente a suo agio con voi, tanto da lasciare scoperta una parte vulnerabile del suo corpo, l’addome appunto. Ma attenti! Non lasciatevi tentare dal morbido pelo del ventre: il gatto potrebbe interpretare un Vs. carezza come un tradimento della sua fiducia e reagire con una zampata di rimprovero.
Il linguaggio vocale.
- “Ti voglio bene”, “sto bene con te”, “sono felice”: le fusa esprimono gratitudine, voglia di coccole o semplicemente uno stato di benessere.
- “Bentornato!”: per salutarci spesso i gatti emettono un piccolo suono che è lo stesso usato da mamma gatta per mettere in riga i suoi cuccioli.
- “Adesso me lo mangio”: Un suono basso e ticchettante tipo (me-e-e-e), lo emette il gatto quando ha avvistato una preda, magari un uccellino o una farfalla.
- “Vattene o sono guai per te”: ringhi sordi accompagnati da soffi minacciosi precedono spesso una zuffa fra gatti.

 

 

E se fossero loro a rimanere stupiti della nostra "intelligenza" nel capire il loro linguaggio?
gatto stupito
gattoamico piccolo
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