I gatti in guerra

L' utilizzo del gatto in battaglia

E' risaputo che i cani sono stati impiegati massicciamente durante i periodi di guerra, mentre la maggior parte della gente pensa che i gatti non siamo mai stati sfruttati in questo senso. Ma si sbagliano. Infatti, vi sono due esempi di questo utilizzo, anche se alquanto strani. Il primo risale a 2500 anni fa, ai tempi in cui i persiani erano in guerra con gli egiziani. Sapendo che gli egiziani veneravano il gatto e lo consideravano sacro, i persiani inventarono un' “ armatura felina “ : quando l'avanguardia faceva una manovra pericolosa per assicurarsi una nuova postazione, i guerrieri persiani avanzavano portandosi in braccio dei gatti vivi. Vedendoli, i soldati egiziani non se la sentivano di attaccarli per paura di ferire o di uccidere uno di questi animali sacri. Per loro, un tale atto di violenza contro una delle divinità animali era addirittura impensabile. Anzi, se qualcuno,

 

uccideva un gatto anche in circostanze speciali come quelle, veniva condannato a morte. Con questo sistema i persiani furono in grado di avanzare facilmente e gli egiziani non poterono contrattaccare. Nonostante queste sconfitte in guerra, gli egiziani continuarono a venerare il gatto. Infatti sappiamo dalle osservazioni di Erodoto, quasi un secolo dopo, che questo popolo stava ancora trattando l'animale con il massimo rispetto. Lo storico riferì che se una casa prendeva fuoco nessuno cercava di spegnere l'incendio perchè la cosa più importante era quella di proteggere i gatti e la gente si metteva tutta intorno per impedire che gli animali presi dal panico si buttassero nelle fiamme e morissero bruciati. Inoltre, lo storico osservò che ogni volta che moriva un gatto, gli egiziani si mettevano a lutto e si rasavano le sopracciglia in segno di dolore. Non c'è quindi da stupirsi se i persiani trovarono nel gatto un prezioso alleato anche nel culmine di una battaglia.
Il secondo esempio dell' utilizzo dei gatti in tempo di guerra risale a molto tempo più tardi e lo ritroviamo nelle illustrazioni del 1535 del libro di Cristoforo di Amburgo, un ufficiale di artiglieria. Nel suo rapporto al Consiglio dei Ventuno di Strasburgo egli descriveva il modo in cui i “ Vapori velenosi venivano sparsi i n giro “ dai gatti. A quanto pare, ai poveri animali venivano attaccate delle bottiglie velenose sulla schiena con delle cinghie, in modo che l'apertura fosse diretta verso la coda. Poi i gatti venivano indirizzati verso il nemico e si mettevano a correre di qua e di là in preda al panico, spandendo nell'aria i fumi velenosi. Stupisce il moto di umanità dell'inventore di tale tattica di guerra quando aggiungeva di proprio pugno che “ questo procedimento non doveva essere utilizzato contro i cristiani “, uomini di altre religione e gatti invece non meritavano nessuna pietà.

 
Generalmente si crede che i gatti non siamo mai stati utilizzati in campo militare ma non è così.
Gatto arrabbiato
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gattoamico piccolo
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