Ogni gatto ha un proprio carattere, una propria personalità che richiede del tempo per essere compresa ed apprezzata in pieno da noi umani. Sfumature, gesti, espressioni che rendono unico ogni piccolo amico a quattrozampe. La scoperta quotidiana di tutto questo è un’esperienza straordinaria fatta di sentimenti ed emozioni che arricchiscono in modo perfino inaspettato anche chi d’amici pelosi ne ha avuti tanti. Per questo cercare una catalogazione od una standardizzazione dei caratteri nei mici può apparire una rinuncia a tutto questo o addirittura un allontanarsi dalla vera cultura gattofila (o gattara che si voglia). Tuttavia, anche se ogni felino, come ogni essere vivente, è un mondo a sé, si possono ugualmente individuare delle caratteristiche comuni, magari presenti in maniera più o meno accentuata nel singolo gatto, che ci permettono di anticipare determinati
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comportamenti
o reazioni, e quindi poter meglio approcciarsi con loro oppure,
lì dove è possibile, scegliere a seconda delle nostre
capacità e dei nostri caratteri. Per esempio, un gatto
è molto attivo e curioso è anche un micio più portato
al gioco della caccia ed a mettersi nei guai e quindi dovremmo
da un lato adottare maggiori accorgimenti per proteggerli dall’altro
essere pronti ad affrontare situazioni di pericolo del gatto e sopportare
spiacevoli spettacoli predatori. Identificare il livello di
attività nei gattini è abbastanza facile ed è legato
alla tendenza a rimanere in braccio alle persone: i micetti
più propensi a scappare od a divincolarsi diventeranno i più
attivi ed i meno coccoloni. Un’altra caratteristica
che possiamo prendere in esame è la socievolezza, che
ci consente di distinguere fra felini maggiormente portati al contatto
umano e quelli timidi o paurosi. I primi possono a loro volta
essere intraprendenti, e cercare direttamente loro la compagnia umana,
oppure riservati, e quindi accettare senza proteste le nostre attenzioni.
Si nota che tali caratteristiche sono trasmesse dai genitori ai figli.
Anche la timidezza è ereditaria, ma può determinarsi anche
per un mancato contatto del micio con l’uomo. Appare evidente
che il gatto timido richiede pazienza e tempi lunghi che gli
consentano di superare ansie e paure ma anche loro si dimostrano
dolci ed affettuosi compagni. Per aiutarli in questo
loro percorso possiamo applicare alcune semplici regole: nei
primi mesi di vita va manipolato con estrema dolcezza; creiamogli attorno
un ambiente tranquillo e stabile; evitiamo urla ed inseguimenti per
rimproverarlo, premiamo, invece, la sua fiducia con bocconcini prelibati
o nuovi giochi e coccole; facciamo particolare attenzione ad ogni fonte
di stress quali traslochi, cani, rumori molesti, ecc. In conclusione,
conoscere in un gatto il suo livello di attività e la sua socievolezza
è utile all’atto dell’adozione per evitare scelte
sbagliate e comportamenti iniziali che potrebbero creare dei problemi
ai nostri cari amici. |