Gli antenati del gatto domestico

Un tema molto dibatttuto fra gli studiosi riguarda gli antenati del gatto moderno. Il candidato più accreditato è il gatto selvatico africano (Felis lybica) Un tempo si riteneva che il Felys Lybica fosse una specie diversa dal gatto europeo e dal gatto selvatico scozzese (Felis silvestri), ma oggi, nonostante l'aspetto molto diverso di questi tre gatti, si pensa che possano essere manifestazioni fenotipiche estreme di una stessa specie. Il gatto selvatico africano meridionale presenta arti slanciati, testa piccola e grandi orecchie, mentre il gatto slevatico scozzese settentrionale presenta arti più corti e tarchiati ed orecchie piccole. Entrambi questi gatti hanno la pelliccia striata, anche se la striatura è più evidente nella varietà settentrionale, mentre quella meridionel si presenta più che altro a chiazze. I legami fra il moderno gatto domestico ed il gatto selvatico africano sono scaturiti sa

 

studi di anatomia e dalla rilevanza di analogie nei colori e disegni della pelliccia. Inoltre si è visto che il gatto domestico e le più importanti razze della specie selvatica hanno in comune diciannove coppie di cromosomi complementari e dimensioni pressochè uguali della massa cerebrale rilevate dalla misurazione della capacità di crani appartenenti ad entrambi i gruppi. Sappiamo che in tutte le specie la domesticazione ha l'effetto di ridurre lo scheletro e dalle ricerche condotte da Hemmer nella Germania Ovest è emersa anche una diminuzione della massa crebrale. I diretti antenati di un qualsivoglia specie domestica presentano a loro volta un cervello più ridotto rispetto alla specie selvatica originaria e nel caso del gatto è il Felys Lybica a preservare una diminuita capacità cranica. Le analogie comportamentali fra il gatto domestico ed il gatto selvatico africano hanno anche dimostrato essere Felyis lybica, e non il cugino europeo, il vero antenato dei nostri compagni di casa. Una ricerca condotta sul gatto selvatico scozzese ha mostrato che questi gatti non sono domesticabili: la studiosa Frances Pitt ha vissuto a stretto contatto con gattini di questa razza ottenendo come unico risultato uno stato di difficilissima sopportazione reciproca, senza alcun successo di interrelazione. In seguito è riuscita ad incrociare un gatto selvatico con un gatto domestico, ma la nidiata ottenuta veniva descritta come "nervosa e per nulla temperata" ed una volta arrivati a metà dello stadio di crescita i cuccioli venivano considerati inaffidabili. Invece, il gatto selvatico africano ha grande sffinità verso le persone e nel Sudan settentrionale vive a stretto contatto con la tribù locale Azande. In quest'area non ci sono stati tentativi di addomesticare il gatto, ma il semplice fatto che sia predisposto a vivere così vicino ai gruppi antropici si rivela in netto contrasto con il comportamento schivo e per nulla socievole del cuginoeuropeo. Studi recenti hanno rimesso in gioco anche il ruolo del gatto della giungla (Felis Chaus) nell'evoluzione del gatto domestico. Certamente gli antichi Egizi hanno mummificato tanto il gatto della giungla quanto quello selvatico africano ed i sostenitori della tesi secondo cui nelle vene del gatto domestico scorrerebbe anche di felis chaus affermano che incrociando il gatto della giungla con il gatto domestico si ottengono nidiate di cuccioli più tolleranti verso gli umani, fattore molto utile nei rimi stadi di domesticazione del gatto.Però ci sono ancora troppe domande senza risposte; l'unica cosa sicura è che il meccanismo preciso e la durata della domesticazione del gatto sono ancora un mistero!.

 
L'unica cosa sicura è che il meccanismo preciso e la durata della domesticazione del gatto sono ancora un mistero!
Gatto europeo
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gattoamico piccolo
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